Mimmo Rotella -Conservate queste figurine!-

Titolo: Conservate queste figurine!

Tecnica: décollage su tela

Anno:  1961

Altezza: 49 cm

Larghezza: 73 cm

Garanzia: timbri sul retro della Galleria La Tartaruga di Roma e della Galleria Piattelli di Roma, provenienza precedente Barone Giorgio Franchetti, opera archiviata presso la Fondazione Mimmo Rotella di Milano al numero 1949 DC 961/000

Dettagli: firma dell’artista in basso a sinistra, opera con cornice


Descrizione

Mimmo Rotella (1918, Catanzaro – 2006, Milano) [Italy]

Mimmo Rotella, all’anagrafe Domenico Rotella, è considerato uno dei principali protagonisti della scena internazionale artistica, in particolare del Nouveau Réalisme e della Pop Art, della seconda metà del XX secolo, grazie a sperimentazioni tecniche che lo portarono ad ideare importanti innovazioni nel campo dell’arte.

Nacque a Catanzaro nel 1918 da una famiglia della media borghesia. Nel 1944 ottenne il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, e l’anno dopo si traferì a Roma, dove venne in contatto con la giovane avanguardia romana, entrando a far parte del Gruppo Forma I (con Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato). Qui il suo percorso artistico fu caratterizzato da una prima fase figurativa, presto abbandonata in favore della creazione di quadri astratto-geometrici. Nel 1947 partecipò alle sue prime esposizioni, con le mostre annuali dell’Art Club e con la Mostra Sindacale delle Arti Figurative. Raggiunse fama internazionale già nel 1950, quando espose a Parigi al Salon des Réalités Nouvelles, e nel 1951 quando gli venne offerta una borsa di studio da parte della Fulbright Foundation, che gli permise di recarsi all’Università di Kansas City (U.S.A.) in qualità di “Artist in Residence”. Oltreoceano conobbe e fu influenzato dagli esponenti delle nuove correnti artistiche (Robert Rauschenberg, Oldenburg, Twombly, Pollock e Kline), avvicinandosi soprattutto alla Pop Art.

Nel 1952 tornò a Roma e l’anno dopo soffrì di una crisi artistica che lo indusse ad interrompere la produzione pittorica, con la convinzione che nell’arte non fosse più possibile creare opere davvero nuove, innovative, diverse. Questo periodo di riflessione e ricerca personale lo portò a quella che il Maestro, in seguito, definì Illuminazione Zen: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città. Nacque così il décollage, in opposizione al collage: mentre il secondo è una aggiunta e sovrapposizione di immagini, il primo è una sottrazione di immagine grazie all’utilizzo di strappi ed abrasioni delle figure. È da questo momento in poi che Rotella iniziò ad ideare lavori incollando sulla tela pezzi di manifesti recuperati dalle strade della città, intervenendo su di essi con lacerazioni eseguite con voluta sapienza, ribaltando, così, il concetto di collage dei cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista del ready made. Nel 1955 espose per la prima volta a Roma il “manifesto lacerato”, alla mostra I Sette pittori sul Tevere a Ponte Santangelo. Il periodo di innovazione continuò con l’utilizzo anche del retro dei manifesti, attraverso cui l’artista ricavò opere astratte e monocrome, denominate retro d’affiches. Fu verso la fine degli anni ’50 che i suoi décollage iniziarono ad implementare anche dettagli figurativi.

Nel 1959 conobbe Pierre Restany con il quale strinse un’amicizia che durò fino alla morte, nel 2003, del critico francese. Fu a causa di questo sodalizio che Rotella aderì al Nouveau Réalisme (di cui Pierre Restany fu teorico), insieme a Yves Klein, Spoerri, Tinguely, César, Arman, Christo e Niki de Saint Phalle. Influenzato dalle pratiche della coeva Pop Art britannica e statunitense, egli passò dall’astrattismo dei primi décollage, al figurativo patinato, stile rotocalco, in cui i soggetti principali delle sue opere sono i divi del grande schermo e della musica (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Mastroianni, Elvis). Nel maggio 1961 espose alla storica mostra À 40° au-dessus de Dada, curata a Parigi da Restany presso la Galerie J; nel 1964 fu invitato alla Biennale di Venezia, a cui partecipò anche nel 1978 e nel 2000. Nel 1965 prese parte anche alla Quadriennale di Roma.

Durante il decennio degli anni ’60 egli elaborò anche le tecniche dell’Artypos e della Mec-Art, ma fu negli anni ‘70 che inventò il frottage e l’ effaçage: nel primo Rotella lavorò con solventi alla nitro delle immagini tratte dalle riviste per poi trasferire queste immagini, ampiamente scolorite, su un foglio di carta bianco mediante ricalco, sul medesimo foglio trasferì anche più immagini; negli effaçage l’artista trattò con solventi delle pagine ritagliate dalle riviste per cui l’immagine subisce uno scolorimento fino alla scomparsa di parte di esso, successivamente queste pagine vennero incollate su tela. Nel 1980, lasciata definitivamente Parigi, si trasferì a Milano, e anche questi anni furono testimoni di grandi innovazioni artistiche: i blanks o coperture (manifesti pubblicitari azzerati, ricoperti da fogli monocromi, come avviene per la pubblicità scaduta); le sovrapitture (interventi grafici, realizzati con colori acrilici, sui décollage); e le lamiere (décollage eseguiti direttamente sul supporto di lamiera delle affissioni pubblicitarie che sovente assumono la forma dei retro d’affiche). Nel 1990 partecipò al Centre Pompidou di Parigi alla mostra Art et Pub e al Museum of Modern Art di New York all’esposizione High and Low. Fu invitato al Guggenheim Museum di New York nel 1994 per la mostra The Italian Metamorphosis 1943-1968 curata da Germano Celant, poi nuovamente al Centre Pompidou nel 1996 in occasione di Face à l’Histoire. Nel 1996 al Museum of Contemporary Art di Los Angeles organizzò Art and Film since 1945: Hall of mirrors, mostra itinerante che toccò varie tappe in tutto il mondo.

Si spense nel 2006 a Milano, ancora nel pieno fervore della sua attività espositiva.

Informazioni aggiuntive

Tecnica

décollage su tela

Anno

1961

Altezza

49

Larghezza

73

Garanzia

opera archiviata presso la Fondazione Mimmo Rotella di Milano al numero 1949 DC 961/000, provenienza precedente Barone Giorgio Franchetti, timbri sul retro della Galleria La Tartaruga di Roma e della Galleria Piattelli di Roma

Dettagli

firma dell'artista in basso a sinistra, opera con cornice