Descrizione
Vincenzo Vavuso (1972 – Salerno – Italy )
Vincenzo Vavuso vive ed opera a Salerno, il suo atelier è nella zona est di Salerno. La sua presenza sulla scena espositiva data dal 2001 e molte delle sue opere figurano in collezioni importanti sia pubbliche che private. Tra i critici di riferimento interessati del percorso artistico di Vavuso è da segnalare la recente collaborazione di Philippe Daverio.
Descrizione dell’opera Pittoscultura formata da un rettangolo di fili metallici scuri intrecciati con larghezza, a mo’ di ragnatela, ma con più ampi varchi. All’interno, come imprigionata dai fili, una pagina del giornale La Città e piccoli frammenti bruciacchiati, e strappati. La cornice, nera, diventa parte integrante dell’insieme. L’intero rettangolo, poggiato idealmente sul lato più corto, è come sospeso, senza una tela d’appoggio, grazie anche all’effetto dei fili di materia fusa e cristallizzata. È questa la sospensione nel vuoto in cui l’artista percepisce la vita dell’attuale società, tanto è vero che la mancanza della tela crea buchi reali e l’ipotetico bianco di sfondo assume identità e colore solo se trova il punto d’appoggio, nel nostro caso su una parete necessariamente bianca. L’opera richiama la serie creativa di Vincenzo Vavuso denominata Spider Art, con richiamo alla ragnatela che imbriglia la Cultura e la Lettura, ma anche alla nostra possibilità di tessere ragnatele creative e costruttive in nome dell’Arte. È l’evoluzione ideale rispetto alla serie “Rabbia e Silenzio”, che intende denunciare il violento attacco a cui sono sottoposte le qualità migliori dell’Uomo: la sua Dignità, la sua Creatività, la capacità di produrre Cultura, di vivere attraverso la sensibilità il sogno dell’Arte. In quest’opera si richiama l’idea della “prigionia” della pagina e della violenza da essa subita, ma la larghezza delle maglie e la posizione defilata, quasi verso l’esterno, del foglio più grande, lasciano presupporre la possibilità dell’ uscita. Occorre però che ci diamo da fare per allentare queste maglie ed evitare che continui l’azione di “imprigionamento”. Come è stata lenta, quasi impercettibile, stile ragno e ragnatela, l’azione imprigionante, così potrebbe anche essere lenta l’azione di recupero, che idealmente avverrà solo a pagine integre e lette. Bisogna insomma prevenire, con la coscienza e l’operatività. Sarà quella la conquista più profonda e più duratura della Libertà. Sarà un recupero di quell’identità che diventa sempre più sfuggente ed indefinibile.